Domenica 30 novembre 2014 si è svolta al Count Basie Jazz Club di Genova la seconda serata di Non sparate allo scrittore!, contest di racconti brevi e musica nato in collaborazione con Elisa Traverso e il Collettivo Linea S.

Il tema generale della serata era Malattie Esantematiche. La squadra vincitrice, la cui parola chiave era Puntini, è composta da Dario Manera, Elena Scappini ed Edoardo Cavazzuti.

Di seguito, pubblichiamo il racconto “Tempi di attesa” scritto da Elena Scappini.

Tempi di attesa

di Elena Scappini

Ascoltami amore, ti racconto quando me ne sono accorta.

Avevo messo il cercapersone sul comodino e mi ero sdraiata sul letto cercando di riposare. Quella notte ero in reperibilità. Giudice di turno. Di solito, mi avevano detto, di notte non accade mai nulla. Ma era il mio primo incarico, in una città diversa dalla mia e non riuscivo a stare tranquilla. Inoltre dalla mattina avevo un malessere generale; faceva molto freddo, era quasi inverno e pioveva da due giorni: i sintomi dell’influenza c’erano tutti.

Non sarebbe stata una notte tranquilla, lo capii non appena dal comando dei carabinieri mi arrivò la chiamata. Un pullmann con quaranta giovani militari era caduto giù dal viadotto, il giudice di turno doveva essere presente. Ebbi un attimo di sgomento, solo un attimo perchè dovevo rivestirmi al più presto ed entrare rapidamente nel mio ruolo.

“Ebbi un attimo di sgomento, solo un attimo perchè dovevo rivestirmi al più presto ed entrare rapidamente nel mio ruolo.”

Il capitano dei carabinieri della stazione provinciale fu molto gentile e venne a prendermi personalmente. Tutti furono molto gentili, perchè in una piccola città di provincia si conoscono tutti ed io, giovane giudice donna, al mio primo incarico, avevo attirato le loro simpatie.

Mi portarono sul posto e a fatica riuscimmo a raggiungere il punto esatto dove il pullmann era caduto. La pioggia, il buio, le sterpaglie, tutto ci ostacolava. Uno strazio. Suoni di ambulanze, urla, voci che si rincorrevano, persone che gridavano tra le luci tremolanti delle torce e poi quei corpi, così ingiustamente ridotti a manichini.

“Nessuno ancora lo sapeva ma da poco avevo scoperto di essere incinta.”

Nessuno ancora lo sapeva ma da poco avevo scoperto di essere incinta. Quella notte di dolore mi aveva fatto capire improvvisamente, prima ancora di diventarlo, quali potevano essere i sentimenti di una mamma di fronte al corpo del proprio figlio.

Sentivo che la febbre saliva e il mal di gola aumentava, ma non riuscivo a distinguere quale fosse il confine tra la malattia e il turbamento per la situazione che stavo vivendo. Finiti gli adempimenti di rito mi recai col maresciallo al comando della stazione dei carabinieri per firmare le ultime carte e prendere in carico il fascicolo.

Mi accasciai letteralmente sulla sedia come un sacco e mentre mi svuotavo dentro, fuori mi riempivo. Dottoressa, disse il maresciallo, mi scusi se mi permetto ma sul viso ha tanti puntini rossi. Mi toccai, sentii sotto le dita tanti minuscoli rilievi uno dietro l’altro. Cercai uno specchio per guardarmi; il mio aspetto era davvero orribile. La mattina dopo il medico mi diede la sua diagnosi: varicella.

“La mattina dopo il medico mi diede la sua diagnosi: varicella.”

Fui costretta a rimanere chiusa in casa per parecchi giorni; diventai inguardabile e divorata da una smania di grattarmi che non potevo calmare se non con rimedi semplici e antichi, ma senza alcun medicinale.

Dovevo proteggere te, l’unico scopo di quei giorni.

Finita la quarantena, segnata nel corpo, cercai di capire e di essere sicura che per te non ci sarebbero state conseguenze. Nonostante la violenza con la quale la varicella mi aveva aggredita mi assicurarono che tu non avresti avuto problemi.

Avevamo vinto insieme una battaglia difficile, non ti avevo perso.
Ma la loro sapienza non potè nulla contro il volere della natura.

La chiamano atrofia muscolare. È inutile che stia a spiegarti, le mie mani avranno cura di te e i miei massaggi saranno un balsamo per i tuoi muscoli. Non preoccuparti, amore mio; vinceremo anche questa battaglia. Insieme diventeremo più forti.

Non perdete la terza e ultima serata di Non sparate allo scrittore! Domenica 28 dicembre 2014 al Count Basie Jazz Club di Genova. Il tema sarà “Luoghi Comuni” declinato in tre parole chiave: Casa, Chiesa e Cesso.

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