Domenica 28 ottobre 2014 si è svolta al Count Basie Jazz Club di Genova la prima serata di Non sparate allo scrittore!, contest di racconti brevi e musica nato in collaborazione con Elisa Traverso e il Collettivo Linea S. La squadra vincitrice, il cui tema era Accordi, è composta da Federica Kessisoglu, Paolo Gerbella e Annamaria Frigerio.

Pubblichiamo il racconto Sento, di Anna Maria Frigerio.

Fino a un attimo fa i suoni erano diversi.
Battiti profondi e ricorrenti, fruscii, lo scorrere continuo di qualcosa, colpi improvvisi, gorgoglii strozzati. Suoni che arrivavano ogni tanto e altri sempre lì, a farmi compagnia, legati tra loro in qualche modo o isolati, ritmati o disordinati.
Poi ce n’erano alcuni che arrivavano da lontano, attutiti dall’abbraccio d’acqua e carne in cui ero immerso. Sopra a tutti una voce, il più delle volte tranquilla, sussurrata, dolce. Solo a momenti il tono si alzava, diventava stridulo e io sobbalzavo per quella perdita di armonia. Cercavo rifugio nell’angolo più profondo della calda profondità in cui stavo. A volte la voce taceva, ma mi arrivavano ondate silenziose, emozioni che mi facevano tremare, nonostante la temperatura costante del luogo in cui ero. Poi la voce tornava a parlare e a cantare, circondata da altri suoni sconosciuti. Quando sentivo che parlavano con me, muovevo mani e piedi nel poco spazio che mi era dato, in un inizio di comunicazione istintivo ed entusiasmante. C’erano già suoni che mi piacevano, altri che non mi dicevano niente o di cui avevo paura.
In un tempo lungo e spaventoso è cambiato tutto. Da uno spazio sempre più stretto ma calmo, circondato dai suoni che conoscevo, ho cominciato a essere spinto altrove. Contratto e tremante, andavo avanti, mi fermavo in una morsa e tornavo indietro, capendo che era inutile, trovandomi di nuovo spinto in avanti. I suoni, dentro e fuori, si erano moltiplicati e intensificati, in un frastuono intenso, dominato dalla confusione e dal disordine. Andavo avanti, mi fermavo e tornavo indietro, riafferrato da una pace che non volevo perdere. Potevo lottare contro, ma anche lottare insieme per arrivare non sapevo dove; sperimentare la disarmonia o trovare l’armonia di un movimento comune.
Sono fuori, sono arrivato. Non sento più i battiti profondi e ricorrenti, i fruscii, lo scorrere continuo di qualcosa, i colpi improvvisi e i gorgoglii strozzati. Riconosco quei suoni che prima mi arrivavano da lontano e ora mi stanno addosso. Non c’è più niente che mi protegga da loro. Scopro un rumore nuovo, esce dal mio corpo, è stridulo e forte. Protesto con il pianto per il freddo, la paura e l’improvvisa solitudine. Ritrovo il calore appena perso appoggiato, per un attimo, sul corpo di mia madre e sento la sua voce. E’ diversa, non rimbomba, ma è quella che conosco da sempre. Mi placo.
Mani decise mi afferrano, mi strofinano e mi frugano. Vengo immerso in qualcosa che evoca il luogo da cui vengo e, per un attimo, grazie alla ritrovata protezione dell’acqua, ritorno in quel mondo di suoni, che ho appena perso per sempre.

Ricordiamo che il prossimo appuntamento con Non sparate allo scrittore! è domenica 30 novembre. Tema della serata: malattie esantematiche.

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