Immagine dal film Le nostre anime di notte.

Fino a una settimana fa non avevo mai sentito parlare di Kent Haruf. Poi sono successe un paio di cose. Il 1 settembre, Robert Redford e Jane Fonda hanno ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia e dopo la premiazione è stato proiettato Our souls at night, tratto dall’ ultimo romanzo di Haruf, di cui sono protagonisti. La cosa non mi ha impressionato più di tanto ma un amico, dopo la mia confessione di ignoranza, mi ha guardato come se fossi una che adotta cani solo per lasciarli sul ciglio dell’autostrada. Allora ho letto Le nostre anime di notte. Un piccolo miracolo.

Le nostre anime di notte: ho letto il libro, non so se guarderò il film

di Emilia Cesiro

La trama

Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare.

Addie Moore e Louis Walters sono due vedovi sulla settantina, abitano nella cittadina di Holt, Colorado, a un isolato di distanza. Si conoscono da molti anni, ma non sono mai stati intimi. Una sera di maggio, prima che faccia del tutto buio, Addie va a trovare Louis e gli fa una proposta: andare a dormire da lei la notte, e parlare.

Louis le risponde che ci deve pensare. Mentre osserva Addie tornare a casa, Louis raccomanda a se stesso di non essere precipitoso. Il giorno dopo, va dal parrucchiere, si fa sistemare i capelli, si fa radere e poi chiama Addie. Passano la notte insieme. E quella dopo. E poi altre ancora.

La storia è questa: due persone che passano la notte insieme, per non stare da soli, sdraiate nello stesso letto, al buio, come buoni amici e si raccontano la vita, perché vogliono sapere tutto.

Man mano che la relazione tra Addie e Louis si sviluppa in amore, la narrazione si allarga a comprendere qualche amico, le reazioni della cittadina (piccola, la gente mormora), le vicende dei rispettivi figli, l’arrivo del nipote di Addie, Jamie, una cagnolina abbandonata e poi adottata, e altre cose ancora che non dico perché sennò che lo leggete a fare…

In realtà, anche a conoscere la trama, queste 170 pagine andrebbero lette perché, ripeto, sono un piccolo miracolo. Basta poco che un racconto del genere cada nel grottesco o nel melenso, e invece il risultato è delicato, luminoso e dolcissimo grazie a uno stile pulito, semplice, che non perde tempo nelle descrizioni o nell’uso delle virgolette, scivolando dal dialogo alla narrazione come evidenti conseguenze uno dell’altra e rivelando, senza aggettivi, un grande affetto per tutti i suoi personaggi.

Non abbiamo fretta, disse lui.
No, prendiamoci il tempo che ci serve.

L’ultimo libro di Kent Haruf

Il tempo è un elemento essenziale del romanzo. Nella Nota del traduttore, Franco Cremonesi (bravissimo) parla del senso di urgenza che pervade il romanzo. Haruf stava morendo mentre scriveva Le nostre anime di notte: si sente la necessità di completare la storia che ha dentro, ed è vero che questa urgenza informa il romanzo e i suoi personaggi.

Però le cose hanno una loro naturale evoluzione, anche a settant’anni. Durante una delle prime notti, Louis si fa prendere, nelle sue domande, da una curiosità e una gelosia inopportune. Se ne rende conto e si dà dello stronzo. Addie conferma. Urgenza non significa essere precipitosi o avventati. Nel caso di Addie e Louis, urgenza significa rivendicare pacatamente il diritto a questo amore, alla sua naturale evoluzione e al futuro. Bello, no? Uno scrittore sta morendo e scrive un romanzo sul futuro.

Note sparse

Kent Haruf (1943-2016) oltre che romanziere, è stato un insegnante, un obiettore di coscienza durante la guerra del Vietnam, un bracciante, un bidello e un docente universitario. Ha pubblicato il suo primo romanzo a 41 anni.

Le nostre anime di notte è stato un bel successo editoriale, e il libro più venduto in libreria nella settimana tra il 13 e il 19 febbraio 2017

Gli altri romanzi di Kent Haruf, pubblicati in Italia da NN Editore, sono Canto della pianura, Crepuscolo e Benedizione, che compongono la Trilogia della pianura. In comune hanno l’ambientazione nella cittadina immaginaria di Holt. Una mappa di Holt è allegata sia al cofanetto che raccoglie la Trilogia sia a Le nostre anime di notte. Qui Marco Denti, autore della mappa, spiega come ha fatto.

 

Libro Le nostre anime di notte.
Kent Haruf, “Le nostre anime di notte” (NN)

 

Il film

Le nostre anime di notte con Jane Fonda e Robert Redford, diretto da Ritesh Batra, sarà disponibile su Netflix il 29 settembre. Le recensioni vanno dal bellino al proprio bello. Qualcuno l’ha stroncato, qualcuno ha detto che se non fosse per l’aura dorata dei due protagonisti, non se ne sarebbe proprio parlato. Io l’abbonamento a Netflix ce l’ho e lo guarderò, anche se con un filino di preoccupazione, perché quell’atmosfera dolce e luminosa che pervade il romanzo è facile da rovinare. Nel caso, posso sempre rileggermi il libro.

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