di Camilla Tomiolo.

Meg Ryan aveva paura di volare. Non so perché quest’immagine si fa presente nella mia mente, mi dico. È un fotogramma di un film degli anni novanta che guardavo da bambina, quando avevo l’influenza. Comunque, Meg Ryan aveva paura di prendere un aereo, l’aereo per Parigi, l’aereo che avrebbe cambiato la sua vita, in meglio.

Siamo tutti in cerchio, senza scarpe, stiamo con una mano sulla pancia e una sul petto. Respiriamo.

Ci concentriamo sul sù e giù. In silenzio. Così in silenzio che perfino il tic-tic dell’orologio di qualcuno sembra un rumore fortissimo. Non sembra nemmeno di essere a Officina Letteraria, penso. Stiamo facendo Bioenergetica. C’è una insegnante, Elisabetta Marasco, che ci parla e si prende cura dei nostri corpi dicendoci di fare cose semplici, così semplici da sembrare strane. Tipo respirare, che é una cosa che io spesso mi dimentico di fare, durante la giornata. Mi dimentico che lo sto facendo. E così mi dimentico di un sacco di altre cose: mi dimentico di osservare le persone, di osservare le cose, di ascoltare i suoni, di immaginare.

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Fa paura, penso. Sentire così, sentire di più, non essere distratti, invasi dai mille pensieri devo stare qua, devo andare là, devo fare questo, devo fare quello. È Cesare Viel a dircelo. Siamo sempre tutti in cerchio. Sarebbe bello, dice, poter mettere un po in pausa quell’Io giudicante. Risatine complici di sottofondo, fosse facile! Provateci, continua lui. Provate a non sentirvi in dovere di fare nulla, nulla di performativo, nulla di stupefacente. Abbiamo in mano un foglio di carta bianco, una cosa piccola, normale, ma che, con questi occhi più grandi, in questa calma, sembra una cosa nuova, piena di possibilità. Ma noi non dobbiamo fare nulla di stupefacente. Ed è così che l’emozione riesce a sgusciare in mezzo alle anse perennemente presenti dell’ansia da prestazione. Così, io vedo le ombre delle mie dita su quel foglio bianco e mi dico che va bene così, mi incanto ad osservarle. Se avessi dovuto pensarmela non ci sarei mai arrivata. Così, i fogli bianchi che ci facevano paura, adesso ce ne fanno un po’ meno. Lasciarsi andare non é facile. Io di solito ci riesco solo tra i mobili di casa mia. E invece ora…

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Meg Ryan aveva paura di volare, la creatività é un po’ un volo. Verso qualcosa che non conosciamo, qualcosa di noi che non conosciamo. C’è sempre la vocina che si mette di mezzo: ehi, tu! Ma che cosa stai facendo?

L’Allenamento dello Scrittore serve ad andare oltre. Ecco quello che é successo ieri sera, a Officina Letteraria, grazie a tutti gli artisti, maestri nel loro campo, presenti. È talmente successo che alla fine mi sono ritrovata, guidata dalle due performer Alessandra Elettra Badoino e Marina Giardina del gruppo Augenblick, a fare, insieme ad altri, una piccola azione teatrale su cui un altro gruppetto di noi ha scritto delle bellissime cose, tutte diverse, tutte con all’interno qualcosa di personale, di nuovo.

Tutto il processo creativo era completo.

Maggiori informazioni su L’Allenamento dello Scrittore!

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