“La porta”

di Barbara Fiorio.

L’urlo di suo marito, una fitta al torace, il freddo del marmo e quel denso bisogno di lasciarsi scivolare nel buio della perdita dei sensi. Poi il pianto di suo figlio lì, sul pianerottolo, e la forza sufficiente per alzarsi e sorridere a quei cinque anni a piedi nudi, con gli anatroccoli sul pigiama azzurro e il viso di lacrime e muco. Inghiottì il sapore del pugno, recuperando il fiato per confortare il bambino.

Andava tutto bene, gli sussurrò abbracciandolo, stringendo gli occhi per contenere il dolore. Papà era solo nervoso, e lei non sarebbe andata via. Lo aveva detto ma non lo pensava davvero. Andava tutto bene.

Il vicino richiuse la porta.

    Comment:

  1. 25 novembre | Barbara Fiorio
    25 Novembre 2013 at 3:38 pm

    […] Officina Letteraria, alcune di noi, hanno scritto qualcosa dedicato a questa […]

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