Il premio Andersen 2015 per il miglior libro a fumetti è stato assegnato FERRIERA (Coconino Press, 2014) di Pia Valentinis, premiata già nel 2002 come miglior illustratore dell’anno con il libro “ Raccontare gli alberi” e nel 2012 per il miglior libro di divulgazione.

FERRIERA è la sua prima graphic novel ed è la storia di un uomo, Valentinis Mario, nato a Udine nel 1928, di nazionalità italiana, operaio, attrezzista al laminatoio.

È la storia di una figlia che ripensa a suo padre, ricostruisce conversazioni, mette insieme frammenti della vita, lascia che le sensazioni riaffiorino. Una figlia che, come tutti i figli, “ ha imparato” suo padre giorno per giorno e lo “ ha conosciuto” dopo aver messo insieme tanti pezzi.

FERRIERA, raccontando la vita di Valentinis, attraversa un tratto di Novecento e narra la storia di tanti operai e delle loro famiglie.

Il fascismo

l’emigrazione

la periferia

la fabbrica

le nazionali senza filtro

i film western

la Seicento

le vacanze al mare

il bar

gli incidenti sul lavoro

gli scioperi

le partite di calcio

Di queste cose – e non solo – era fatto Mario Valentinis, di queste cose erano fatti molti italiani, di queste cose siamo fatti tutti noi.

Pia Valentinis ha costruito il suo Je me souviens col metodo di Georges Perec, nella struttura essenziale della storia – una conversazione tra padre e figlia –  si riconoscono “le liste” degli oggetti, degli ambienti, delle situazioni e, soprattutto, delle parole, le parole della fabbrica, le parole in inglese dell’emigrante, le parole friulane.

La storia è composta di frasi asciutte, efficaci, che ci accompagnano per le strade della città, nei campi, a Venezia, in navigazione per 33 giorni di viaggio, in Australia e, soprattutto, nello spazio della fabbrica.

Parole e segno sono in accordo perfetto, senza fronzoli, scorriamo lo sguardo su una storia autentica, semplice che racconta la semplicità e la dignità di un’Italia, quella dal dopoguerra agli anni Settanta, la repubblica fondata sul lavoro, l’eredità di un’intera generazione. Un’eredità della quale dovremmo avere più cura.

“Erano orgogliosi del loro lavoro perché era infernale e perché lo sapevano fare”

Io, che sono nata nel 1959, ero bambina negli anni Sessanta e adolescente negli anni Settanta, tra le pagine di FERRIERA mi sono emozionata.

Venerdì 22 maggio alle ore 18:00, al Museo Luzzati, Anselmo Roveda (rivista Andersen) dialogherà con Pia Valentinis. Parteciperemo anche noi di Officina Letteraria, invitati insieme a Genoa Comics Academy e a Studio Storie.

    Comment:

  1. laura db
    27 Maggio 2015 at 8:32 am

    Sottile come la pelle, che raccoglie e rilascia, tiene insieme e mostra.
    Sottile come una pelle di carta, graffiata e incisa per il passare del tempo, per le ferite, per le emozioni, per la vita, che lascia tracce da ripercorrere e da rileggere.

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