Paragrafo Centosettantacinque:

La fornicazione contro natura, cioè tra persone di sesso maschile ovvero tra esseri umani ed animali, è punita con la reclusione. […]

Eldorado

di Camilla Tomiolo

Quando è stata l’ultima volta?

Due sere fa.

E come è stato?

Le luci sul palco, il semi buio intorno, euforia nelle gambe, paura nei polsi.

E poi?

Lo sai: prendi il respiro. Ti tuffi.

È qui che ti voglio. Ci sei riuscito?

Sì.

Di nuovo.

Sì!

E che mi dici dei pezzi di faccia da gentleman che ti sei portato dietro?

Li abbandoni pian piano. Un pezzo al guardaroba, un pezzo sotto a un tavolo, un altro pezzo sul bancone del bar. Qualche frammento microscopico sul vestito nero della folla.

Tutto il trucco del mondo non basta mai.

No, hai ragione. È un processo più fondo, quando cominci a dimenticarti che sono i tuoi gli occhi che guardano, allora sei libero: sei dentro la folla.

Centinaia di persone che sudano, ballano, si baciano.

Si spogliano. Scopano qua e là.

Sì. È un’altra Legge lì dentro.

Maschile femminile. Femminile maschile. (ride)

Mostri!

(pausa) Se potessi liberarmi di te senza perdere me stesso.

Giusto e sbagliato. Bianco e nero.

Verità assolute… (ride)

Tradizione. Ciò che è sempre stato non può essere cambiato.

Il pensiero si disfa di fronte alla realtà.

La realtà è una e tu devi rispettarla.

Tutto si trasforma.

Questo non sono io.

Io non sono te.

L’unico peccato che ho mai commesso è di pensare di non sapere chi sono.

Mi sono messo un paio di calze velate l’altra sera. Ero eccitato e nello stesso istante arrabbiato con me stesso. Nello stesso istante. L’eccitazione dal basso si espandeva, arrivava a sfiorare la rabbia che a quel punto non aspettava altro che scatenarsi contro di lei, ma, senza rendersene conto, tutto ciò che faceva era mescolare se stessa alla voglia: dare forza alla spinta. Le labbra le ho fatte di un rosso violento, troppo acceso per restare dov’era: nel cuore della notte mi è scivolato fuori dalla bocca, una strisciata che mi ha allargato il sorriso. (ride)

O forse un livido. Un bacio senza amore. Un morso. Rosso innaturale diventerà viola. Non capisco perché lo fai.

Cosa non capisci?

Libertà o distruzione?

(ride)

Tu vuoi offenderci.

(ride)

Rispondi. Che cosa vuoi?!

E tu? (pausa) Chi sei? Chi sei piccola voce che riempi le nostre teste? Da dove arrivi? Da quanto sei qui?

(silenzio)

Sei la morale? O sei la Legge? Di quale Dio? O sei solo un uomo, come me? Nemmeno. Tu sei un occhio impreparato che tenta di spiare l’universo da un buco di una serratura. Che cosa credi di vedere?

(silenzio)

Che cosa hai visto? Dillo! Che cosa credi di avere visto?!

(silenzio)

Non tutto ciò che non conosci è sbagliato, sai? Forse è perfino il contrario! Ci hai mai pensato? Eh?! Che cosa senti? Rabbia?

Sì!

Vorresti infilare tutto questo fango di nuovo dentro al secchio!

Sì!

(pausa) Io ho questo senso sulla lingua, che non è il senso comune, è la colpa. Io ho fame. E non posso farci niente. La mia anima c’è, e c’è, e c’è. Riesci a capirlo? Forse mi sono innamorato.

Guarda come ti sei ridotto.

Mi sono innamorato della libertà.

Tutta questa libertà è solo una follia. Tu sei cattivo.

Ero affamato. Avevo sete. La sete che avevo era una lama rovente. Ma volevo la luce.

Volevi il buio.

Volevo la luce.

La tua luce è una terribile illusione.

(silenzio)

Tu non sai amare.

È quello che dicono. Ma nessuno mi odia più di quanto io mi odi. Dentro di me c’è una voce che parla come loro, sei tu. È la mia guerra, è proprio qui. Se perderò… la perderò solo qui dentro. Tu amami piuttosto. Mostrami l’Amore. Si può insegnare? E se lo insegni a me, imparerai anche tu? Dicono che si deve educare al bene attraverso il male. Che siamo deboli. Tollerati. Per quanto ancora? (pausa) Se solo potessi essere quello che sono. Ma io non posso sopravvivere a te. E tu a me. Solo uno, solo uno di noi può restare. (pausa) Io non voglio morire.

 

 

Monologo teatrale scritto da Camilla Tomiolo, rappresentato durante l’evento Blackout – giorno della memoria al Munizioniere di Palazzo Ducale il 29 gennaio 2017, organizzato da Arcigay Genova.

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