Lavoro impegnativo. Full time. Moglie, figli, amici, nonni. Famiglia ingombrante. Blocco dello scrittore. Sindrome da foglio bianco. Mancanza di tempo. Cassetto inchiodato. L’idea non è abbastanza buona. L’idea non è abbastanza nuova. L’idea non è abbastanza scioccante. E, per chiudere, il classico “gomito che fa contatto con il piede”. Ci sono almeno mille motivi per cui non stai utlimando il tuo manoscritto, ma, siccome vogliamo essere positivi, ecco cinque buoni motivi per portare a termine il tuo primo romanzo.
1. Altrimenti non potrai mai scrivere il secondo.
Sembra una battuta – e di certo lo è – ma forse non ci avevi mai davvero pensato bene: se sei tra quelli che tergiversano pensando che un romanzo sia un’impresa difficile, pensa invece che potrebbe essere solo l’inizio di una serie. Così è stato per tutti gli scrittori, perché per diventare autori bisogna certo iniziare a scrivere, ma non basta. Per diventare autori bisogna sapere quando e come chiudere il tuo primo lavoro.
2. Stai facendo più fatica a non finirlo di quanta dovresti farne per finirlo.
Per alcuni è proprio così: un romanzo può essere un impegno tanto grande da sembrare impossibile da portare a termine. Ma portare avanti la storia che stai scrivendo significa fare delle scelte e ogni scelta comporta che le possibilità si riducono. Alla fine, arriverà un momento in cui non avrai più scelta e non potrai fare altro che finire. Alle volte basta superare uno scoglio che sembrava insormontabile, ma non lo era affatto, per vedere il resto della strada in discesa.
3. Non hai risposte, ma sai porre le domande giuste.
Per altri accade questo: si inizia a scrivere un romanzo pensando che si debbano comunicare delle verità assolute, ma scrivere significa anche esercitare il dubbio, e può succedere di arrivare a perdere ogni certezza. Allora ricorda: la letteratura non ha il compito di fornire risposte. La scrittura è figlia del racconto e il racconto nasce per porre domande. Lo scrittore è colui che sa porre le domande giuste.
4. Quello che hai da raccontare non interessa a nessuno, finché non riesci a raccontarlo.
Quindi àrmati di sincerità, affronta il tuo demone, quello che tieni chissà da quanto tempo chiuso nel cassetto, e abbi il coraggio di chiederti se a te interessa sapere cosa accadrà ai personaggi che hai ideato, alla trama che hai in testa, quell’idea che spinge per farsi scrivere. Se la risposta è sì, hai già trovato la prima persona che vuole leggerti: sei tu.
5. Perché, in fondo, quello che più conta è come va a finire la storia.
O no?