Appena entri nel Padiglione 1 del Salone Internazionale del libro a Torino, un fiume di gente ti scorre intorno, voci rimbombano dagli altoparlanti e lo sguardo si perde tra un caos di piedi che, a varie velocità, pestano la moquette rossa. C’è chi si dirige sicuro da un punto all’altro, chi schiva correnti contrarie, chi gironzola incuriosito tra i vari “mercanti”. Sono gli editori, espositori di pagine di carta stampata, diventano qui loro stessi i personaggi della storia: sono i creatori di tutto ciò che può essere sfogliato o, senza troppi romanticismi, i produttori del prodotto “libro”. “Cinque giorni, 340.000 visitatori, migliaia e migliaia di libri, 1.000 editori, 1.500 incontri, presentazioni e spettacoli con i più grandi scrittori e intellettuali del nostro tempo. Tema del Salone 2015 è “Le Meraviglie d’Italia”. Paese ospite la Germania con i suoi autori e la sua cultura. Un intero padiglione dedicato ai bambini e ragazzi, l’editoria digitale, i fumetti, i libri del gusto di CookBook… Non perderti il Salone delle Meraviglie!” si legge sul sito del Lingotto Fiere. Eppure da perdersi c’è eccome, in mezzo a tutti gli stand e gli incontri e i gadgets che poco hanno a che fare con il libro. Venire qui senza sapere bene cosa cercare, rischia di diventare una passeggiata molto stancante e priva di meta. Cosa dovrebbe differenziare una visita al Salone del Libro da una mera puntata in una di quelle grandi librerie di catena che si trovano oggi nelle nostre città?