Ha festeggiato da poco due anni ed è una casa editrice unica nel suo genere, nello scenario italiano, per due ragioni. Primo: Emma Books pubblica solo in digitale. Secondo: Emma Books si è posta l’ambizioso obiettivo di (citiamo testualmente dal sito) “intercettare e coinvolgere il variegato universo della lettura e scrittura femminili”. Il secondo anniversario di Emma Books coincide con la pubblicazione dell’ebook “Senza amore“, prima antologia di racconti a cura di allievi di Officina Letteraria. In questa occasione, abbiamo posto alcune domande a Maria Paola Romeo, agente letterario presso la Grandi & Associati e direttore editoriale di Emma Books. Emma Books ha da poco compiuto due anni. Puoi tracciare un bilancio di questa avventura? Siamo molto soddisfatti di come stanno andando le cose. Nell’attuale clima grigio dell’editoria italiana, la nostra crescita in termini di riconoscibilità, comunità di scrittrici e lettrici e di copie vendute è un raggio di sole. Mai avuta la nostalgia di non vedere i testi di Emma Books stampati su carta? Forse qualche autrice o lettrice “cartacea” vorrebbe avere un libro fisico tra le mani. Noi però siamo convinti che la bontà di un testo vada oltre il formato in cui viene proposto. Se il digitale, come pare dai numeri che ci arrivano dagli Stati Uniti, dove il fenomeno è ormai consolidato, consente di leggere di più grazie a prezzi più contenuti e a una diffusione più capillare, allora non vedo perché rimpiangere la carta. Fermo restando che il caro vecchio libro non scomparirà mai. Quanto contano, a tuo parere, i laboratori di scrittura nel percorso formativo di un autore? Grazie alla collaborazione con Officina Letteraria inauguriamo “Academy”, una nuova collana che ospiterà il lavoro degli allievi di alcune scuole di scrittura. Emma Books in questi due anni ha scoperto diversi talenti, ha dato spazio a molte voci nuove. Con questo spirito non potevamo non essere aperti ai “prodotti” dei laboratori. Detto questo, ciò che mi piace di più delle scuole di scrittura è che sono prima di tutto delle scuole di lettura… Qual è il racconto o romanzo al femminile che tutti dovrebbero leggere? (oltre a Emma di Jane Austen, of course) Il mio consiglio è leggere molto, moltissimo, romanzi di qualunque genere, da Alice Munro a Helen Fielding, italiani e stranieri. Esiste la ricetta per il “racconto d’amore perfetto”? Purtroppo non esiste la ricetta per niente (altrimenti saremmo tutti ricchi sfondati). Un consiglio, però, mi sentirei di darlo: per scrivere un buon romanzo d’amore bisogna raccontare con il cuore i sentimenti, le emozioni, non far percepire alla lettrice che tu, lo scrittore, ti senti superiore e in fondo non ci credi del tutto. Poi, pur rimanendo fedele ai canoni del genere romantico, inviterei chi scrive a trovare un proprio stile, una propria unicità; non tentare di scopiazzare libri analoghi. A scrivere “rosa” sono più brave le donne o gli uomini? Quali diverse sensibilità entrano in gioco? Questo è un tasto dolente, si discute parecchio se si possa parlare o meno di scrittura femminile. Senza addentrarmi, direi che anche gli uomini sanno scrivere meravigliose storie in rosa. Fino a qualche anno fa erano persino più bravi perché le donne cercavano disperatamente di emanciparsi dall’immagine della scrittrice di serie B. Ora questo pregiudizio è stato molto ridimensionato e anche le scrittrici possono serenamente raccontare tutte le storie d’amore che vogliono, come vogliono. Quanto contano realmente i social network nella promozione di un testo? Emma Books ha più di 1.000 like su Facebook, oltre 2.000 follower su Twitter e più di 300 follower su Pinterest: i social network da alcuni anni sono diventati un core fondamentale per chi scrive e pubblica storie. La promozione (sul web più che fuori dal web) continua a contare molto nella promozione dei libri (sia digitali sia cartacei). Accennavo in apertura alla comunità di Emma Books. Ecco, per noi è una risorsa fondamentale.