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Quando ero bambina mia mamma mi ha insegnato a leggere i libri evitando le introduzioni, le prefazioni e qualsiasi ricerca sull’autore: “Sono cose che devi fare quando hai finito la lettura” mi diceva “un testo deve essere letto senza pregiudizi”. Così, complice la mia ignoranza su Jennifer Egan, mi sono avvicinata al suo ultimo lavoro, Manhattan beach (Mondadori, 2018), in modo naif. Ecco la mia impressione.

Leggendo “Manhattan beach” di Jennifer Egan

di Ilaria Schizzi

Le aspettative

Approcciarmi al libro in modo disilluso è stato un bene, perché se avessi saputo che si tratta dell’opera di una vincitrice di Premio Pulitzer, avrei avuto forse delle aspettative troppo alte.

Il libro è gradevole, molto interessante e davvero ben tratteggiata la sua ambientazione nella New York a cavallo tra la grande crisi e la seconda guerra mondiale, uno dei punti di forza del romanzo.

foto di Jennifer Egan
L’autrice Jennifer Egan, premio Pulitzer per la narrativa nel 2011 per l’opera “Il tempo è un bastardo” (Minimum fax, 2011)

La vita di Anna in un mondo maschilista

Un incipit avvincente, narrato dal punto di vista della protagonista, Anna Kerrigan, che conosciamo ancora bambina e di cui seguiremo la crescita mentre cercherà di affermarsi in una società maschilista e discriminatoria. Anna è certamente il personaggio più interessante e meglio delineato del libro, per quanto neanche lei si sottragga a quello che sembra uno dei punti deboli del testo: i personaggi compiono azioni apparentemente non motivate dal loro carattere o dal loro vissuto, ma solo dalle necessità della trama.

Così abbiamo un personaggio che lascia New York per trasferirsi in un’altra città, un altro che si allontana dalla famiglia, altri che diventano amanti, senza che se ne comprendano le reali motivazioni. Ho sentito la mancanza dei sentimenti che muovono le azioni di ogni personaggio.

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Lo stile

La narrazione di alto livello si dipana non solo attraverso il punto di vista di Anna, ma anche attraverso quello di suo padre Eddie e di Dexter Styles, un gangster con cui quest’ultimo entra in rapporto di affari. Interessante il punto di vista di diversi personaggi, anche se risultano leggermente piatti.

Conclusioni

Quindi un libro con scelte stilistiche che possono riscuotere pareri discordanti nei gusti dei lettori. Nel complesso, un romanzo interessante (specialmente nella prima parte), con certi passaggi davvero coinvolgenti.

Dall’autrice, mi dico, è lecito aspettarsi qualcosa di più. Aspettiamo curiosi il prossimo romanzo!

Voi l’avete letto, che ne pensate?

copertina manhattan beach di jane egan
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