Appena entri nel Padiglione 1 del Salone Internazionale del libro a Torino, un fiume di gente ti scorre intorno, voci rimbombano dagli altoparlanti e lo sguardo si perde tra un caos di piedi che, a varie velocità, pestano la moquette rossa. C’è chi si dirige sicuro da un punto all’altro, chi schiva correnti contrarie, chi gironzola incuriosito tra i vari “mercanti”.
Sono gli editori, espositori di pagine di carta stampata, diventano qui loro stessi i personaggi della storia: sono i creatori di tutto ciò che può essere sfogliato o, senza troppi romanticismi, i produttori del prodotto “libro”.
Cinque giorni, 340.000 visitatori, migliaia e migliaia di libri, 1.000 editori, 1.500 incontri, presentazioni e spettacoli con i più grandi scrittori e intellettuali del nostro tempo. Tema del Salone 2015 è “Le Meraviglie d’Italia”. Paese ospite la Germania con i suoi autori e la sua cultura. Un intero padiglione dedicato ai bambini e ragazzi, l’editoria digitale, i fumetti, i libri del gusto di CookBook… Non perderti il Salone delle Meraviglie!” si legge sul sito del Lingotto Fiere.
Eppure da perdersi c’è eccome, in mezzo a tutti gli stand e gli incontri e i gadgets che poco hanno a che fare con il libro. Venire qui senza sapere bene cosa cercare, rischia di diventare una passeggiata molto stancante e priva di meta.
Cosa dovrebbe differenziare una visita al Salone del Libro da una mera puntata in una di quelle grandi librerie di catena che si trovano oggi nelle nostre città?

La risposta credo non si trovi negli stand dei grandi gruppi editoriali.

I nostri accompagnatori Emilia Marasco, direttrice della scuola, e Antonio Paolacci, scrittore e editor nonché maestro di Officina Letteraria, ci hanno proposto un itinerario che ci lascia liberi di volteggiare verso le major, ma che punta, con l’occhio esperto dell’addetto ai lavori, alla scoperta di alcuni nomi della piccola e media editoria indipendente.

Forse sono loro la parte più interessante del Salone, loro che, tramite questa occasione, riescono a farsi conoscere e a creare una relazione coi lettori.

E così io e i miei compagni di viaggio per primo incontriamo Gabriele Dadati, scrittore e editor di Laurana Editore nonché conduttore, insieme a Giulio Mozzi, della Bottega di narrazione, scuola di scrittura che accompagna gli iscritti nella stesura del loro progetto di romanzo. Ci consiglia alcuni degli ultimi titoli, io acquisto, in anteprima per il Salone, “La formazione della scrittrice. La scelta. I dubbi. Gli incontri. Il percorso di chi scrive libri oggi” a cura di Chicca Gagliardo, scrittrice e visiting professor di Officina Letteraria.

Ci spostiamo poi nello stand di Edizioni e/o per parlare con Colomba Rossi e Massimo Carlotto curatori della collezione Sabot/age.
Questo progetto letterario nasce dalla necessità di raccontare la società attuale e lo fa attraverso tutte le forme narrative, tutti i generi, nessuno escluso.
Il sabot/age è l’epoca del sabotaggio, della rivolta contro ciò che ci viene raccontato, oggi, sulla realtà che ci circonda. Sabot era lo zoccolo che gli operai della Rivoluzione Industriale gettavano nelle macchine quando erano stremati, qui diventa il simbolo della volontà di narrare in un modo diverso questo paese. La letteratura si assume il compito di andare oltre alle menzogne e alle storture: “la negazione della verità è la negazione di un diritto fondamentale del cittadino e comporta una destrutturazione della realtà che espelle tutte le storie scomode, quelle che devono essere nascoste a ogni costo sotto il tappeto o tenute sottotraccia”. Sabot/age è una collana che ci fa conoscere le storie che il nostro Paese non ha più il coraggio di raccontare.

Zona. Silvia Tessitore è direttrice editoriale della casa editrice Zona. L’ha fondata lei, insieme a Piero Cademartori, nel 1998.

Silvia ci racconta cosa significhi, oggi, essere un piccolo editore indipendente. Parla di Zona come di un “artigiano” dell’editoria, in contrapposizione a coloro che possono essere definiti gli “industriali“, le major, i cinque gruppi editoriali che dominano, letteralmente, il mercato italiano e che, da soli, rappresentano oltre il 70 % dell’intero fatturato. Mondadori, RCS, il Gruppo editoriale Mauri Spagnol, Giunti e Feltrinelli controllano e condizionano il commercio del libro con scelte che spesso, negli ultimi anni, hanno prodotto un abbassamento degli standard e della qualità che un tempo erano richiesti a un editore.

In questa realtà, le piccole e medie case editrici sono quelle che tendono a non lavorare in base alle convenienze di un mercato che, comunque, non avrebbero la forza commerciale di influenzare: hanno in partenza budget limitati e pochi fondi da investire per la pubblicità e la promozione dei loro libri, di conseguenza possono scordarsi gli spazi nelle vetrine e sui banchi delle grandi librerie di catena, che ormai sono tendenzialmente invasi da best seller da mass market, i quali godono di questa posizione privilegiata sempre più spesso non a causa della qualità letteraria che hanno da offrire.

Tutte queste riflessioni di Silvia sono contenute in un pamphlet intitolato Quello che ai lettori non dicono, come funziona (malissimo) il mondo del libro di carta in Italia“, scaricabile in pdf qui.
La casa editrice Zona si occupa principalmente di canzone d’autore, ma anche di narrativa e poesia.

Ha a cuore il lavoro sul testo, il rapporto con gli autori e una distribuzione che si assicuri al libro abbia una vita destinata a durare più a lungo degli ormai consueti tempi compulsivi che vengono imposti dal mercato del consumo quando ci propone una novità di basso spessore dietro l’altra.
La scrittura, conclude Silvia, è vittima di un equivoco che la dipinge come un qualcosa che tutti possono: in Italia i lettori sono pochi, ma tutti scrivono. Ci vorrebbe più consapevolezza: scrivere è un lavoro e necessita di competenze e formazione.

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Allo stand di Tunuè incontriamo, sempre grazie ad Antonio Paolacci, Vanni Santoni. Scrittore, giornalista ed editor, ci racconta con grande passione della nascita, all’interno di Tunuè, della nuova collana Romanzi. La casa editrice, da sempre rivolta alla Graphic Novel, ha deciso di aprire uno spazio alla narrativa e ha proposto a lui di dirigere la collana. Vanni Santoni ha accettato, a patto di non inseguire le mode e di pubblicare solo testi letterariamente validi.
L’intento di fare una collana, ci racconta, è quello di ristabilire un patto di fiducia tra editore e lettore, in base al quale quest’ultimo possa comprare un libro che fa parte della collana anche senza conoscerne l’autore, ma con la garanzia di trovare qualcosa che lo appagherà, proprio come un tempo era.
Lo scopo di Vanni è fare libri belli, tenerli più a lungo in libreria, fare in modo che abbiano prezzi contenuti e cercare nuove voci.

La collana Romanzi in un anno di lavoro ha all’attivo cinque romanzi e rivolge una particolare attenzione agli esordi dei giovani: nello stand incontriamo Iacopo Barison, classe ’88, autore di Stalin + Bianca e candidato al Premio Strega 2015. A breve ne troverete una recensione sul blog di Officina Letteraria.

Caracò editore. La casa editrice svolge una attività trasversale che va dalla produzione del libro ad attività culturali come laboratori teatrali e festival di impegno civile. Alessandro Gallo ci racconta che le loro attività sono destinate alle librerie, ma anche alle scuole, agli istituti penali e alle piazze. È così che il libro si trasforma in rappresentazione teatrale, documentario, cortometraggio e laboratorio didattico. La casa editrice si declina in vari progetti: Caracò editore, Caracò educational, Caracò teatro e Caracò media.

Alessandro ci mostra tutto questo, ci dice che secondo lui lo scopo del Salone dovrebbe essere la possibilità di parlare con gli editori, chiedere loro tutto ciò che un lettore non avrà mai l’occasione di chiedere se non qui.

Ci dice, soprattutto, che l’editoria è un mondo difficile, ma secondo lui ancora “sano”, un lavoro che lo riempie di soddisfazione.

Il nostro giro si conclude così. Grazie a tutti gli editor che ci hanno dedicato questo tempo e ci hanno regalato nuove consapevolezze sul mestiere del libro.

 

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